“Grazie per essere venuto fin qui da Padova”
Siamo andati, io e la mia tutù, a farci un giro. Destinazione: una città di queste. Mi trovo un route planner in internet, inserisco luogo di partenza e di arrivo. Il programma mi fa scegliere il tipo di strada che preferisco ed eventuali passaggi intermedi, dopodiché mi regala il chilometraggio tra i due punti, il costo dei pedaggi e mi calcola il tempo necessario per coprire la distanza. Nella legenda, dopo le indicazioni, dice testualmente: “il tempo indicato non include: soste, fermate o rallentamenti dovuti a particolari problemi (traffico, condizioni meteorologiche…)".
Ma, dico io, ma – e devo ripetermi (e parlo del ma) – ma che cacchio di route planner è mai questo? Lo so da me quanti km ci sono da qui a lì! Non ho bisogno che me lo dica tu quanto ci vuole, lo so anch’io quanto tempo ci metto a fare tot km! Se mi servo di un route planner, è proprio perché voglio che mi conteggi anche il tempo che ci impiega il benzinaio a farmi il pieno, che mi calcoli il tempo delle soste caffè-cicca all’autogrill, che mi dica se troverò pioggia o sole o neve, che mi avverta se troverò traffico, se ci saranno incidenti, cantieri di lavoro, se starò fermo un'ora alla barriera di mestre, per tutti i diavoli, se no, che me ne faccio di questo bel programmino, eh?
Ma dai…
“Grazie per essere venuto fin qui da Padova, le faremo sapere”
Mentre sergio vogava fluido e leggero timonato dal suo presidente, fast dava dimostrazione di come invece non si deve vogare alla veneta. La forcola è bassa, si giustifica, mentre dagli argini la folla dell’est lo ricopre di insulti sputi e pomodori maturi già l’anno scorso. Jena ridens arriva in bici con consorte. Noi, che abbiamo la panza, alla sagra del folpo ci arriviamo invece con la padovanella, barca a motore, chiaro, e scivoliamo affamati giù per il piovego, piovego che in tempi andati aveva un ruolo molto importante per i trasporti terra mare, collegando Padova e Venezia, e che oggi invece, oltre che agli "amissi del piovego" per raggiungere le sagre della riviera, ha la sua funzione nell’accogliere i cadaveri di drogati morti ammazzati, di drogati morti non ammazzati, ma a volte anche di morti ammazzati non drogati.
è d'uopo andare in farmacia e comprare una pomatina per i miei dolori di vecchio, giacchè ho finito la cremina di cebo de coyote, aceite de vibora e veneno de abeja, arrivata dal messico, di cui mi aveva fatto dono, a porto, la zia, naturale di jo e acquisita di enellaman. cremina che aveva portato a casa per sè, ma che, dopo che ebbe conosciuto un vecchio e i suoi dolori di vecchio, non se la sentì di tenere per sè. thè con la nonna e le amiche della nonna, che ci provano col nipote, si cena stanotte con i pastéis, ottima qualità, si fuma messico e si beve messico, e nessuno si tira indietro.
di lui non so niente, se non che è un ragazzo cortese, belle maniere, modi gentile, e che nei suoi 4 garages ha un parco mezzi invidiabile, macchina, biciclette di tutti i tipi, scooter vari dai 5occ in su, gommone, moto... ci passa i pomeriggi e le domeniche, a lucidare il tutto.
lo trovo in ascensore.
-ah, tu abiti al secondo? mi chiede, guardando dove poggia il mio dito indice
-si, e, ah, tu abiti al settimo! dico, guardanto il pulsantino illuminato
-si. qual'è il tuo appartamento, questo? mi chiede indicandolo, dal momento che è uscito sul pianerottolo al secondo per poter continuare la discussione. anzi, l'interrogatorio.
-si
-e quante stanze?
gli rispondo
-e quanti metri?
gli rispondo
-comprato?
-si
-mutuo?
-si
-stai ancora pagando?
-si
-quanti anni?
-se me lo chiedi fra dieci anni, ti risponderò che lo sto ancora pagando
-e quanto, di mutuo?
comincio a stufarmi, ma decido di essere gentile, ho mal di testa, non ho voglia di fare una delle mie faccette. gli rispondo
-ah - dice, sorridendo, con un mezzo ghigno di soddisfazione e di compiacimento - ne hai ancora da pagare....
si, grazie, non che non lo sapessi, ma comunque fatto bene a ricordarmelo, sia mai che domenica mi fosse venuta voglia di una pizza, idea insana...