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{Sunday, August 07, 2005}

 
Non è bello no arrivare all’aeroporto aspettare bere un caffè fumare una sigaretta fare la fila passare al check-in aspettare fare la fila arrivare fin sotto il rilevatore di bombe e poi... e poi salutare il partente, e tornarsene indietro.
Il settimo giorno si è riposato, e ci ha comandamentato di fare lo stesso. Ora, i camionisti, che sono tutti buoni osservanti, ma tutti tutti, italiani croati portoghesi ungheresi dico proprio tutti, la domenica si riposano, di più, siccome sono proprio bravi credenti, anche il sabato non lavorano, indossano la tuta sportiva le scarpe da ginnastica si mettono in giardino si lavano il loro bell’autoarticolato poi si vanno a confessare e si preparano alla domenica. Gli automobilisti però, per la maggior parte, credono di vederli sulla prima corsia dell’autostrada anche il sabato e la domenica, loro e i loro mezzi - certo - questi bei camion grandi, potenti, aggressivi, imponenti, e di conseguenza stanno per metà sulla corsia centrale e per l’altra metà sulla corsia di sorpasso, con la prima corsia vuota ma vuota vuota, mica per dire. A villafranca veronese o poco dopo ci ho visto tre camper in fila, poi a montebello una cinquecento una di quelle vecchie, se ne andava pian pianino saranno stati ottanta all’ora, alla guida - pure lei - una vecchietta tranquilla e serena che guardava dritto e non dava confidenza a nessuno, infine saremo stati a grisignano c’era un furgone uno di quelli con la d nera su quadrato verde loro per il tipo di merce che trasportano sono autorizzati a girare anche nel fine settimana e questo è tutto quanto c’era oggi nella prima corsia dell’autostrada mi-ve nel tratto tra vr est e pd ovest tra le undici e le undici e mezza. Un po’ quello di cui si lamentava il bubola una sera calda calda di qualche tempo fa, se non mi sbaglio, no?
Nel frattempo ho finito di ingrossare il conto in banca delle suore di roma, il sabato gran finale sulla terrazza del bar del foro italico, la sera tra l’altro del concerto dei dublinesi quelli col nome di un aereo con lo stadio a duecento metri, le loro ultime note chiare chiare si confondono con le prime nostre poi quattro furgoni vetri scuri per non fare entrare il sole sono passati veloci davanti a noi che con ‘sta storia dell’open bar - gran genialata di pierpaolo esperto organizzatore di feste - si poteva bere senza limite, e siccome tutti noi, ho scoperto non solo i veneti, abbiamo fatto la guerra e anche la fame e chissà mai che non arrivi una carestia allora bisogna arraffare tutto quello che si può e allora bevi bevi aspetta almeno che finisco questo ancora lì sei dai bevi bevi e dai bevi e potete immaginare e poi il locale chiudeva ma noi ancora no e ce n’è giusto uno lì intorno che chiude tra due ore almeno e poi quando schiareggia si può non andare a fare un saluto al sorchettaro e da lui fare colazione? Stavo bene, io, dalle suore, ma pierpa mi ha obbligato a disdire la prenotazione e a dormire cioè a mettere i bagagli giù da lui, perché dalle suore il rientro è alle 22,30, orario che per me è fin troppo tardo, figurarsi, alla mia età, alle nove di sera ero già solito essere docciato e coricato sul mio giaciglio a godermi il ponentino che arrivava fresco su dalla pineta...
Che ho fatto nelle ultime settimane? Ho fatto servizio navetta padova-aeroporti vari del nord italia, al soldo - si fa per dire - di un po’ di repubblicani moldavi di mia conoscenza di ritorno a chisenau e dintorni, e quando ero fortunato però il volo faceva scalo a timosoara, cosa che mi permetteva, mentre ero in fila, di studiare con attenzione decine di deretani rumeni, deretani degni di studio e di studio concentrato e attento - non c’è da dubitare - oserei dire perfino di studio matto e disperatissimo, ma più che altro disperatissimo.

posted by Umbe 12:08 PM *** |

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